Fino ad alcuni anni fa, prima dell’avvento di internet, per le aziende italiane c’era un modo semplice e veloce per farsi conoscere e trovare clienti: essere inclusi nelle PagineGialle, l’elenco per categorie distribuito gratuitamente in tutte le case, città per città, dove si poteva trovare di tutto, dall’idraulico alla grande azienda. Dopo internet nulla è stato più lo stesso: il librone delle PagineGialle si è assottigliato sempre di più e la stessa azienda dell’elenco giallo si è evoluta, inserendo i propri cataloghi sul web, come forse ricorderete dallo spot del 1996 in cui dei rapinatori asserragliati in una banca fanno le richieste più strane alle forze dell’ordine in assedio.
PagineGialle non poteva competere con i nascenti motori di ricerca, che negli ultimi anni hanno anche tolto indicizzazione ai siti directory come quello nello spot. Nell’era del web 2.0 si cerca il contenuto pertinente, e un elenco anonimo di risultati aggregati per tipologia non è considerato un buon contenuto. Ecco che allora PagineGialle si è trasformata, fondendosi con ItaliaOnLine e creando di fatto un’azienda ad hoc che potesse dare un servizio migliore ai loro clienti: in pratica, hanno offerto alle aziende i servizi di creazione del sito web e di web advertising, in un unico pacchetto che “dovrebbe” essere molto vantaggioso. Come PagineGialle, ci sono molte altre aziende che forniscono servizi simili.
Hai un sito web che paghi ad abbonamento ? Continua a leggere per scoprire perché devi chiuderlo subito
1 – Un fast food del web
ItaliaOnLine-PagineGialle è certamente una grande azienda, ma pur sempre piccolissima dinanzi ai colossi del web come Google e Microsoft. Possiede PagineBianche, TuttoCittà, e i portali Virgilio, Libero e SuperEva. Tutte le indicizzazioni promesse da ItaliaOnLine si basano essenzialmente su questi portali, che negli ultimi anni hanno perso moltissimo traffico e sono usati essenzialmente per le caselle email “storiche” acquisite dagli utenti negli anni. Per il resto basta aprirli per vedere come sono diventati un’accozzaglia di link messi lì per fare click, senza un criterio o una funzione orientata agli utenti, e che ripetono sostanzialmente le stesse cose. Spesso risulta difficile anche individuare il login della mail, spesso spostato proprio per far “girare l’occhio” sulla pagina. Espedienti, insomma. Tra l’altro, l’azienda ha sede in Lussemburgo, e non fatichiamo a immaginare il perché.
2 – Statistiche di traffico inutilizzabili
Ai primordi del web, quasi tutti i siti avevano un “contatore” che teneva il conto di quante persone visitavano il nostro sito web. La pratica fu abbandonata dopo qualche anno, in favore di metodi di tracciamento delle visite più evoluti ed efficaci, messi a punto da motori di ricerca sempre più potenti come Google. E’ inutile infatti sapere quante persone hanno visualizzato il proprio sito web, se poi non sappiamo esattamente questi visitatori da dove hanno cliccato, cosa cercavano e come eventualmente raggiungerli nuovamente. Vi sarete certamente accorti che, dopo aver cercato su Google o su Amazon un prodotto, poi siete “inseguiti” da pubblicità di quello stesso prodotto o servizio: è il remarketing, che vi permette di tenere traccia dei visitatori e di inseguirli con una pubblicità mirata. Ebbene, ciò che vi da ItaliaOnLine è sostanzialmente il vecchio contatore, che vi dirà quante visite sono state fatte sul sito web e niente più: un dato interessante, ma abbastanza inutile se i click non si trasformano in clienti veri e propri.
3 – Siti “a stampo” tutti uguali
Cosa ti differenzia dai tuoi competitor, se il tuo sito web è uguale a quelli di tanti altri colleghi ? Ci piace paragonare il nostro lavoro a quello di un sarto, che cuce il vestito addosso al cliente: non fa difetto, non fa grinze o pieghe, le maniche e i pantaloni scendono perfettamente. I siti web creati da una grande azienda – come pure quelli di Wix o di altri servizi che promettono fantastici siti web a basso costo e senza conoscenze informatiche – sono sostanzialmente una serie di modelli pronti in cui l’unica cosa che cambia sono i dati dell’azienda e qualche colore o immagine. E’ un po’ come la differenza tra un fast food e un ristorante gourmet. Ricordate Charlie Chaplin in “Tempi moderni” ? Perdeva la sua umanità a furia di compiere gesti tutti uguali e finiva inghiottito negli ingranaggi.
4 – Il sito web non è tuo
Esattamente, il sito web non è di proprietà del cliente (lo è solo il dominio, cioè l’indirizzo web), e non si ha accesso al backoffice per modificare le informazioni: si può solo interpellare il servizio tecnico per modificare un testo o una frase. E se poi si decide di migrare su un servizio diverso, al proprietario non rimane nulla perché ovviamente si utilizzano template proprietari. E’ un po’ come avere un’auto con noleggio a lungo termine, che vi dovete tenere senza effettuare modifiche e che non potete cambiare finché non è scaduto il contratto.
5 – Il costo esorbitante
Sono rimasto letteralmente sconvolto dall’apprendere quanto costino alcuni di questi servizi “all inclusive” per mantenere attivo un sito web sostanzialmente statico da anni: parliamo a volte di una cifra superiore ai mille euro, OGNI ANNO, sostanzialmente per NON FARE QUASI NULLA, sul sito web di un libero professionista. Senza blog, senza aggiornamenti, senza consigli, senza pubblicità online, senza social network, senza remarketing. Facendo due conti spiccioli, un sito formato da sole 4 pagine (Home, Chi siamo, Servizi, Contatti), statiche, su un template per nulla innovativo con 6 immagini free e un indirizzo email sul dominio non costerebbe nemmeno 500€, dopodiché il costo di mantenimento sul web per il cliente – che potrebbe anche gestirlo in autonomia – non sarebbe nemmeno di 50€/anno. Il professionista in oggetto spende ogni anno più del doppio della cifra indicata, buona parte dei quali vanno come commissione al venditore, che ha tutto l’interesse a tenere il cliente legato. D’altra parte queste aziende devono sostenere l’immenso costo della rete vendite e della pubblicità, i call center e i singoli consulenti sul territorio, per cui ha chiaramente costi ben diversi da quelli di una piccola web agency.