Sappiamo bene che, dagli albori di internet, il motore di ricerca che sovrasta tutti gli altri è Google. Ma come funziona l’algoritmo di questo motore di ricerca, quali parametri prende in considerazione per stabilire l’ordine di pertinenza dei risultati cercati dai miliardi di utenti che lo usano ogni giorno?
Negli anni l’azienda di Mountain View ha affinato sempre di più i suoi algoritmi, al fine di fornire agli utenti il miglior risultato possibile: una selezione di risultati quanto più possibile aderente e rispondente a quanto cercato. Ecco perché non basta “avere il sito web”, ma è necessario anche che questo sito sia riconosciuto dai grandi motori di ricerca come un sito pertinente, affidabile e sicuro. Ogni aggiornamento ha introdotto miglioramenti che via via hanno facilitato la vita a chi cerca informazioni: ricordiamo le ricerche personalizzate che tenevano conto delle ricerche passate, i suggerimenti in fase di digitazione, le ricerche localizzate e ottimizzate per il mobile. Con l’ultimo aggiornamento del 2017 (nome in codice: Fred) sono state introdotte diverse penalizzazioni e un’aspra lotta alle fake news, peraltro condivisa da importanti social network come Facebook. E’ infatti una vera e propria priorità la lotta ai siti “acchiappaclick”, che pubblicano notizie false o assolutamente non pertinenti rispetto alle parole chiave inserite all’interno del codice che le genera. Sono stati quindi introdotti dei nuovi criteri, che rischiano di penalizzare molto siti web che erano ben posizionati nella SERP (Search Engine Result Page) e far emergere siti con un contenuto di qualità più elevata. Vediamo quindi i criteri applicati:
- Pagine e siti con un elevato numero di PUBBLICITA’, come BANNER e POP-UP, che peggiorano vistosamente la fruizione del contenuto da parte dell’utente;
- Contenuti di bassa qualità, con errori grammaticali e ortografici;
- Contenuti duplicati o copiati da altri siti web;
- Contenuti troppo scarni, con un contenuto testuale/grafico troppo limitato;
- Contenuti che non soddisfano l’utente, cioè con un tempo di permanenza troppo basso e una frequenza di rimbalzo elevata;
- Siti che abusano di affiliazioni e relativi link “nofollow”;
- Siti che abusano di link “deceptive”, ovvero finti bottoni download o simili che ingannano l’utente e invece portano a una pagina pubblicitaria;
- Siti non ottimizzati per il mobile, e quindi non RESPONSIVE;
Secondo i dati forniti dalle maggiori aziende americane che si occupano di SEO, pare che la maggior parte dei siti web abbia subito un drastico calo del traffico – dal 90% al 50% in seguito all’entrata in funzione di Fred. Questo perché l’ottimizzazione dei siti fatta fino a qualche mese fa andava decisamente in direzione opposta per molti versi.
Il tuo sito è ottimizzato per Fred ?