Se avete qualche “annetto” come il sottoscritto, di certo ricordate Blockbuster. A Bari il più grande era in via Amendola, sotto l’Executive Center. Grandissimo, tutto giallo e blu, l’enorme insegna che illuminava la strada e ti invogliava a noleggiare un film e passare una serata in compagnia, film e popcorn. Infatti si entrava e c’era un forte odore di popcorn, lunghi corridoi con le ultimissime uscite, e poi i film culto, di fantascienza, horror, drammatici, commedie, e i videogiochi. Dov’è adesso Blockbuster ? E’ morta, dicono. E’ stata uccisa, nello specifico. E se chiedete da chi, quasi tutti vi diranno “da Netflix”. Ma sbagliano. Blockbuster si è suicidata, e non da sola. Un’altra grossa, grossissima compagnia che ha commesso il suicidio, è stata Nokia. Come hanno fatto due delle più grandi compagnie dell’epoca, presenti in tutto il mondo, a fallire così miseramente ? A dilapidare una posizione da leader del loro mercato in così poco tempo ?
Semplice: non hanno saputo innovare.
Anzi, peggio: non hanno saputo riconoscere un cambiamento e non ci si sono adattati. Torniamo un attimo alla fine degli anni ’90. Il mercato dell’home video è fiorente, si possono comprare o noleggiare le VHS, quelle ingombranti cassettone di plastica col nastro che si rovinava, mentre i più tecnologici erano già passati al dvd, quel magico disco che – se trattato bene – permetteva una visione finalmente pura, che non perdeva qualità e aveva menu, sottotitoli, contenuti e lingue extra. I piccoli videonoleggi spuntavano un po’ ovunque, ma se non volevi perdere tempo e soprattutto ti piaceva immergerti in un’atmosfera da cinema casalingo, Blockbuster era il tuo mondo. Entravi, sceglievi, pagavi, il giorno dopo riconsegnavi. Semplice, alla portata di tutti, comodo.
Nel 1997 nasce Netflix. In un mercato già saturo e con dei “mostri” come Blockbuster, la piccola Netflix punta tutto su quella che Bill Gates definì “the next big thing”: internet. Netflix sostanzialmente fa quello che fa Blockbuster, noleggia contenuti, ma lo fa in maniera diversa. Puoi scegliere i film da un catalogo su internet, e ti vengono recapitati per posta. Blockbuster se la ride, dall’alto dei suoi milioni di clienti e punti vendita sparsi in tutto il mondo.
La gente secondo loro vuole “l’esperienza Blockbuster”, ha piacere a entrare nel punto vendita, scegliere, guardare le copertine dei film, aprire la scatola, e magari prendersi anche le Pringles da sgranocchiare nel frattempo. E’ troppo presto per capire che internet cambierà tutte le nostre abitudini. Sembra una moda, un passatempo. Ma non è così. Passa il tempo, e la banda si allarga sempre di più. Internet diventa sempre più una necessità e meno un passatempo da nerd, arriva l’ADSL, la banda aumenta sempre di più, i dati devono fluire veloci, YouTube è tra i siti più visitati, emergono gli youtuber di professione, persone che creano contenuti e li condividono col mondo; i siti web si caricano più velocemente, non ci vogliono più ore per scaricare qualche megabyte. I tempi sono maturi per far andare i video online, e nel 2008 Netflix lancia un nuovo servizio, lo streaming di contenuti on demand direttamente dal web. Il cliente non deve attendere per giorni il postino: sceglie sul sito, paga con carta, scarica il film: tutto senza muoversi da casa, tutto stando comodamente sul divano di casa. Basta questo per mandare in crisi Blockbuster. Di colpo niente più clienti, i punti vendita chiudono uno dopo l’altro, i dipendenti perdono il lavoro e protestano, Blockbuster si ritira dai mercati stranieri e finisce, nel 2010, in cerca di una ricapitalizzazione per indirizzarsi sul digitale. Ma è troppo tardi, i debiti sono eccessivi e la risposta tardiva. Troppo tardi si capisce che all’esperienza Blockbuster, l’utente ne preferisce un’altra: quella di scegliere e vedere subito, da casa, come e quando vuole.
Nel 2013 vengono chiusi gli ultimi negozi Blockbuster.
Ma nemmeno Netflix può stare tranquilla: un’altra “vecchia volpe” che ci ha subito visto giusto investendo tutto nel web è Jeff Bezos, creatore di Amazon. Con il suo PRIME VIDEO infatti, Bezos ha sostanzialmente REGALATO ai suoi utenti Prime l’utilizzo di una piattaforma del tutto simile a Netflix, con innumerevoli contenuti e tante produzioni originali sempre crescenti, che sicuramente daranno filo da torcere al concorrente in rosso.

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Chi di noi invece non ha mai avuto un telefonino Nokia ? Tra gli anni ’90 e 2000 erano il top della telefonia mobile: ultracompatti, ricezione perfetta, batteria che durava una settimana. Indistruttibili, tanto che il famoso Nokia 3310 è tutt’ora sinonimo di resistenza estrema. Persino Keanu Reeves – Neo ne usava uno, nel primo film della trilogia di Matrix, per scappare dagli agenti. Come mai Nokia non c’è praticamente più ? Per la stessa ragione di Blockbuster: incapacità di interpretare il presente e investire nel futuro, immobilismo, mancanza di lungimiranza. Nel 2007, solo 10 anni fa, Steve Jobs presentava il primo iPhone: contrariamente a quanto si pensi non era il primo smartphone – la Nokia in questo era già avanti, insieme a RIM e al suo Blackberry – ma era il primo telefono smart estremamente orientato all’utente. Ricordo ancora quando ebbi modo di vedere per la prima volta l’iPhone da un mio collega di università: immediato, fluido, semplice e potente. Si poteva capire che, una volta usato, non saresti più tornato a mandare i messaggini di testo col tastierino numerico e il malefico T9. Provate adesso a mandare un messaggio usando solo i 15 tastini di un Nokia: non ce la farete, e sarete tentati di scaraventare il telefono a terra. Jobs ebbe l’intuizione fantastica di eliminare i tasti e usare un’interfaccia completamente touch, e di portare VERAMENTE internet sul mobile. Quello che fino ad allora si aveva sui Nokia e sui Blackberry di fascia alta e dedicati agli uomini d’affari, era solo un pessimo simulacro di internet. All’epoca, come Blockbuster, anche Nokia si è fatta una grassa risata. I dirigenti Nokia credevano che niente e nessuno avrebbe potuto spodestarli dalla loro posizione di leader del mercato. Sappiamo com’è andata, Nokia è praticamente scomparsa, e la gente fa la fila fuori dagli Apple Store per comprare un cellulare che è arrivato a costare anche 1600 €. Ma non sono state Netflix e Apple a uccidere Blockbuster e Nokia: è stata l’arroganza di una classe dirigente talmente convinta della propria posizione da non guardare oltre ai numeri, considerandoli eterni e non reversibili.
Ma Blockbuster e Nokia si potevano salvare ? Assolutamente si.
La cosa triste è che avrebbero potuto farlo facilmente. Avevano sicuramente i mezzi per farlo. Blockbuster avrebbe potuto tranquillamente investire qualche milione su una piattaforma di distribuzione online agli albori di Netflix, o comprarsi direttamente Netflix con un’offerta che, allora, non si sarebbe potuta rifiutare. Nokia magari non si sarebbe comprata la Apple, ma avrebbe potuto sicuramente spendere un po’ dei suoi miliardi per produrre entro pochi mesi uno smartphone tutto touch come l’iPhone, magari anche migliore! Samsung, che all’epoca aveva una piccolissima quota del mercato della telefonia mobile, lo fece. E oggi è forse l’unico serio concorrente di Apple (anzi, insieme ad Apple prospera e collabora, fornendole gli schermi OLED per i nuovi modelli). Quale lezione possiamo ricavare da tutto ciò ?
Non bisogna mai smettere di innovare.
Se abbiamo un’idea dobbiamo svilupparla. Se l’idea viene al nostro concorrente, non sottovalutiamola. Cerchiamo di capirla, studiarla, migliorarla magari. Ma mai, mai, stare seduti a guardare ridendo.
Recentemente, ho avuto modo di tastare con mano la propensione delle aziende pugliesi a pubblicizzarsi online: poco o nulla. Eppure, i trend in tutto il mondo dicono che la pubblicità come è stata fatta fino a ieri si sta inesorabilmente contraendo: radio, tv, carta stampata retrocedono, mentre internet avanza. Tramite il web abbiamo un grado di penetrazione perfetto, possiamo indirizzare la pubblicità direttamente al potenziale cliente, possiamo inseguirlo e ricordargli il nostro servizio, il nostro sito, il nostro prodotto. E’ un canale che costa meno e rende di più. Eppure, la ritrosia ad usare uno strumento nuovo è tanta. Resta solo da capire chi saranno i prossimi a prosperare come Netflix e Apple, e chi saranno invece coloro destinati a soccombere come Blockbuster e Nokia.