quando alla serata di gala dei Grammy Awards, tra le varie star presenti, fece la sua comparsa una giovane Jennifer Lopez che sfoggiava un bellissimo abito verde con una fantasia “giungla”, con scollatura vertiginosa che ne metteva in risalto le perfette forme latine.
L’abito, e chi lo indossava, fecero un enorme scalpore (basta ricordare che all’epoca il canone di bellezza tipico era rappresentato da modelle scheletriche e senza forme, come Kate Moss) e il motore di ricerca Google, nato da poco più di 2 anni, fu letteralmente inondato di richieste delle parole chiave “Jennifer Lopez jungle dress“.
Purtroppo all’epoca non era possibile fare una ricerca per immagini, e inoltre il numero di siti web attendibili che parlassero e avessero per davvero le foto del vestito mozzafiato erano ben pochi. Molti risultati di ricerca quindi finivano su siti che poco avevano a che fare con la reale foto di JLo nel suo vestito firmato Versace. Lo stesso motore di ricerca era molto meno avanzato di quanto fosse oggi, ed era altrettanto facile ingannarlo: bastava inserire le parole chiave “giuste” anche in pagine non pertinenti perché quelle stesse pagine fossero listate tra i risultati della ricerca, anche se non avevano nulla a che fare con il “jungle dress” di Jennifer.
Il gran numero di ricerche spinse quindi gli ingegneri di Google, capeggiati dall’allora CEO Eric Schmidt, a implementare la funzione di ricerca per immagini, in modo da fornire agli utenti del motore di ricerca una lunga lista di fotografie, reperite sui vari siti indicizzati, tra cui è facile trovare il risultato che interessa davvero; viceversa, da una foto di partenza, è possibile cercare foto similari.
Come ricorda lo stesso Schmidt:
“Le persone volevano più del semplice testo. Ciò diventò evidente dopo i Grammy Awards del 2000, quando Jennifer Lopez indossò un vestito verde che catturò l’attenzione del mondo intero. In quel momento, era la ricerca più popolare che avessimo mai visto. Ma non avevamo un modo infallibile per dare agli utenti esattamente ciò che volevano: un’immagine di JLo che indossava quel vestito.”
Dopo poco più di un anno, a Luglio 2001, il nuovo servizio era pronto: gli utenti potevano finalmente disporre di un importantissimo strumento di ricerca nel web. Il resto, come si suol dire, è storia. Ad oggi Goole Immagini è uno strumento usatissimo e fondamentale nell’uso del motore di ricerca.
Per quanto riguarda Jennifer Lopez, invece, sappiamo com’è andata a finire: l’hype generato da quel vestito diventato iconico e da quel fisico latino estremamente sensuale ha spianato la strada a nuove icone femminili come Beyoncè e Kim Kardashian, sovvertendo completamente la tendenza dominante del momento (per fortuna, dico io).
L’abito e la sua indossatrice sono rimaste talmente scolpite nella memoria della gente che 20 anni dopo Donatella Versace lo ha riportato in passerella, sempre con Jennifer Lopez, il cui fisico ancora statuario non ha sfigurato affatto.