Più di una volta mi è stato chiesto se, insieme ai siti web, sviluppo anche app. Non le sviluppo, è un ambito che non mi interessa relativamente a quello che faccio. Ma la cosa che mi stupisce, è che spesso chi mi chiede se sviluppo app pensa che l’app per smartphone o tablet sia fondamentale, come il sito, per la sua attività. E ogni volta devo spiegargli per quale motivo, quasi mai, al cliente che chiede un sito per la prima volta, l’app non serve (quasi) a nulla. Quindi adesso lo spiegherò una volta per tutte in questo articolo. La prima cosa che dico a chi mi chiede se ha bisogno di un’app, è:
“Prendi il tuo telefono e dimmi che app hai installato.”
L’elenco è quasi sempre lo stesso: app social (come Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn…), messaggistica (Whatsapp, Messenger, Telegram), un browser per navigare, client di posta, navigazione gps, giochini, streaming audio e video (Spotify, Netflix, DAZN) utility di vario tipo (bancarie, ricerche specifiche come farmacie o negozi aperti, news.
“Hai app di marchi o aziende ?”
E qui casca l’asino, perchè in genere le app di aziende sono Amazon o altri grandi e-commerce, grandi compagnie aeree come Ryanair, PosteItaliane.
“Le usi spesso ?” Potete immaginare la risposta: “Ogni tanto, quando mi serve!”
Il punto è che un’app ha senso se ha uno scopo preciso e una funzionalità esplicita: può essere un’ottima cosa se si fornisce un servizio che vogliamo sia comodo su smartphone (come ad esempio un’app che memorizza la posizione in cui abbiamo parcheggiato l’auto, o che magari ci da informazioni sulle attività commerciali e i punti di interesse di una particolare zona), ma non ha ragione di esistere se abbiamo un business ristretto, locale, o comunque di interesse saltuario. Anche se la nostra attività fa grande uso di internet, non è detto che l’app sia una buona scelta.
Ad esempio, supponiamo di avere un e-commerce: un’app dedicata potrebbe essere più rapida nel collegarsi al database dei prodotti in vendita, visualizzando delle schede ottimizzate e mirate all’acquisto. Mettiamoci nei panni del nostro cliente:
- Cerca su Google un negozio online che vende ciò che gli interessa;
- Trova il nostro e-commerce;
- Vede sul sito il link all’app dedicata;
- Va sul suo App Store o Play Store;
- La scarica l’app;
- La apre;
- Si registra;
- Cerca nuovamente il prodotto che gli interessa;
- Finalizza l’acquisto.
Ipotizziamo invece di non avere l’app, ma un sito di e-commerce ben fatto e responsive, per adattarsi agli schermi degli smartphone. Le operazioni che compie sono:
- Cerca su Google un negozio online che vende ciò che gli interessa;
- Trova il nostro e-commerce;
- Avvia l’acquisto del prodotto che gli interessa;
- Si registra con i suoi dati per il recapito;
- Finalizza l’acquisto.
L’app, al primo acquisto, necessità di ben 4 passaggi in più. Certo, si potrebbe obiettare che questo vale solo per il primo acquisto, ma che poi l’app facilita il funnel di acquisto ottimizzando i tempi. Ma ne siamo proprio sicuri ? Torniamo alla prima domanda: quante app di e-commerce avete sullo smartphone ? Probabilmente solo quelle di Amazon e e-Bay, che sono oramai gli e-commerce per antonomasia, da cui compriamo di tutto perché hanno di tutto.
Il nostro e-commerce vende di tutto ? E’ così famoso, e i clienti comprano così spesso, da giustificare un’app tutta sua ? Quindi è lecito desumere che, anche se dovessero scaricare e installare l’app, essa finirebbe “sepolta” tra le altre app e i giochini che non usiamo più… e anche qualora dovessimo ricordarcene, probabilmente saremmo frustrati dal fatto di averla messa chissà dove nel nostro dispositivo, non trovandola facilmente.
Quindi, è davvero così necessaria quell’app ?
Nella stragrande maggioranza dei casi no, è superflua e come tutte le cose superflue in un’attività imprenditoriale, diventa un costo. Ma non è necessario avere l’app per essere fighi e conosciuti. Un buon sito leggero, veloce e ben studiato, se adeguatamente supportato da una buona campagna di marketing, può diventare un’attività redditizia anche senza app dedicata.