Una delle domande ricorrenti di clienti e amici, quando parliamo di siti web e commercio elettronico, è immancabilmente questa:
“Ma quanto costa esattamente un e-commerce?”
La domanda non è affatto semplice come potrebbe sembrare, e necessita di un’attenta considerazione e di diverse valutazioni che cercherò di semplificare attraverso i punti salienti.
1 – COSA SI VUOLE VENDERE ?
Dobbiamo innanzitutto distinguere chi fa già in qualche modo commercio da chi è completamente neofita del settore: spesso infatti mi arrivano richieste di persone che hanno già un lavoro o fanno tutt’altro, ma vorrebbero cimentarsi nell’e-commerce perché pensano sia un modo facile di guadagnare senza fare nulla. Niente di più sbagliato, perchè gestire un e-commerce presuppone tanto lavoro e tanta fatica, se si vuole che funzioni. Senza considerare che “vendere” non è così semplice come può sembrare, in quanto in ogni tipo di commercio esistono delle regole e delle problematiche da affrontare, legali e burocratiche. Innanzitutto dovrete avere una Partita IVA e presentare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al comune in cui l’attività risiede. In genere, se non si ha risposta entro 30 giorni dalla presentazione, vale il silenzio-assenso. Non solo, a seconda del tipo di commercio che si prevede di avviare, potrebbero essere necessari dei requisiti. Ad esempio, se si vuole aprire un e-commerce di prodotti alimentari, sarà necessario seguire un corso abilitante alla vendita, preparazione o somministrazione di alimenti e bevande riconosciuto dalla Regione di Appartenenza (spesso sono organizzati dalle Camere di Commercio territoriali). Ancora, a meno che non si vendano prodotti digitali in download, come software o dati scaricabili, dovremo disporre di un magazzino a norma di legge per stoccare i prodotti in vendita.
Prima di buttarsi a capofitto quindi è bene consultare un commercialista, che potrà darci un’idea dei costi e degli adempimenti richiesti dalla nostra attività.
2 – FARE UN BUSINESS PLAN
Spesso ciò che porta a pensare di avviare un’attività online è l’essere appassionati di un settore, ma questo non significa che si sappia come ci si muove in quel determinato settore. Prima di vendere dovremo sapere da chi rifornirci, che concorrenza c’è, quali sono i margini e quali le problematiche che potremmo avere. Per questo, “buttarsi” nell’e-commerce non sempre è una buona idea per tutti. Quasi certamente è una buona idea, anzi ottima, per chi già opera in un determinato settore merceologico e vuole ampliare i suoi potenziali clienti.
Chi fa già vendita, infatti, ha la strada spianata: conosce il mercato, ha i fornitori, conosce le problematiche del settore, è già a posto con la burocrazia.
Chi non ha mai fatto commercio, dovrebbe sicuramente confrontarsi con dei professionisti e un buon commercialista, e mettere in piedi un minimo di business plan prima di fare investimenti.
3 – VALUTARE I MARKETPLACE
Spesso si sottovaluta la possibilità offerta da siti web Marketplace per iniziare a vendere online in maniera semplice e sfruttando una struttura già ben consolidata. Ad esempio, due ottimi Marketplace per i nostri prodotti potrebbero essere Amazon e eBay. I vantaggi di utilizzare un marketplace, per lo meno nei primi step di avvio di un’attività di commercio elettronico, sono molteplici: si usufruisce di una vetrina molto ampia e visibile, che si poggia su server performanti e ben protetti; inoltre, si usufruisce anche di una struttura facile e intuitiva per l’inserimento dei prodotti in catalogo, il costo di avvio è basso. Il rovescio della medaglia è che ovviamente un marketplace, per i suoi servizi, può richiedere delle commissioni sul venduto, o un canone mensile di utilizzo (o entrambe le cose insieme).
I marketplace sono attualmente un trend in ampio sviluppo. Il consumatore infatti preferisce interfacciarsi con pochi siti web affidabili su cui può trovare molteplici prodotti.
Certo, affacciarsi su un marketplace significa anche scontrarsi con una concorrenza immensa, e rischiare di dover abbassare troppo i nostri prezzi per poter vendere qualcosa. Molti e-commerce, anche se possiedono una loro struttura di e-commerce, continuano a usare i marketplace come vetrine aggiuntive proprio a causa dei numerosi vantaggi offerti, il primo dei quali è la visibilità.
Amazon è un grandissimo Marketplace che vende di tutto. Nato come e-commerce di libri, il suo fondatore Jeff Bezos ha saputo sfruttare la presenza online dagli albori di internet per avere oggi una delle aziende più grandi del mondo ed essere ufficialmente l’uomo più ricco del pianeta. Vendendo tramite Amazon possiamo essere noi a gestire la spedizione, o possiamo anche usufruire degli immensi magazzini ipertecnologici che possono garantire la consegna in tempi brevissimi. Decidere quale soluzione sia la migliore per il nostro e-commerce dipenderà quindi da molti fattori. Per conoscere le condizioni di utilizzo di Amazon come marketplace, potete consultare la loro GUIDA. I costi vanno da 0,99€ di commissione fissa su ogni articolo venduto (fino a 40 articoli) per l’account Base, ai 39,00 € al mese per volumi più alti. Per altri servizi ci sono tariffari appositi.
eBay invece, nato come mercatino per oggetti usati, è poi diventato il sito sinonimo per eccellenza di aste online. Attualmente moltissimi negozi vendono su eBay, da tutto il mondo, e la parte di oggetti usati all’asta è minore di quella riservata agli oggetti nuovi. I costi di eBay vanno da 19,50€ al mese per l’account base (fino a 300 inserzioni di vendita), 39,50€ fino a 10.000 inserzioni, e 149,50€ per inserzioni illimitate. Per traffici minori, si paga un fisso a inserzione più una commissione sul venduto, che varia in base alla tipologia di oggetto in vendita. Tutti i dettagli per le vendite su eBay li potete trovare QUI.
4 – IL MIO E-COMMERCE
Se il marketplace non basta per le proprie esigenze, allora si può pensare di avviare un e-commerce tutto nostro. Di cosa si ha bisogno ?
- Un dominio internet. Se si ha già un sito ci sarà anche il relativo dominio, e in questo caso si può INTEGRARE uno shop online sul sito web preesistente, se possibile, o decidere di approfittare dell’occasione per rifare da capo il sito web pensandolo come un veicolo per la vendita; ancora, si potrebbe sviluppare lo shop online su un sottodominio come www.shop.tuosito.com . Il costo di un dominio web può variare da 3-4 € anche a cifre molto alte, se si tratta di domini “appetibili” commercialmente. L’estensione preferita per l’e-commerce è ovviamente .COM ;
- Un hosting provider “serio”. Per farla breve, un sito web è un programma che gira su un computer – un server – che deve avere una buona velocità e la capacità di consentire molte connessioni in contemporanea. Per questo, non ti puoi affidare di certo a un hosting del tipo “20€ all’anno”, ma è bene prevedere un costo di hosting di almeno 10-20 € al mese per iniziare, e comprendere che potrebbe essere necessario upgradarlo in futuro, se il sito dovesse attirare molto traffico;
- Un gateway di pagamento online, che ti permetta di ricevere molteplici forme di pagamento (più sono e meglio è, quindi prevedete PayPal, Carte di Credito, bonifico bancario e se potete anche contrassegno). In genere questo tipo di servizi sono offerti da tutte le banche (ci sono banche molto specializzate in questo) oppure puoi usare un gateway di pagamento di terze parti come STRIPE, che personalmente consiglio per la versatilità e flessibilità. Naturalmente il gateway di pagamento ha un costo, che viene calcolato in commissioni sul transato. Per dettagli sui costi di Stripe puoi cliccare QUI;
- Un certificato SSL per proteggere lo scambio di informazioni dei clienti e garantire la sicurezza delle transazioni (il costo varia, ma in genere si tratta di 150-200€ l’anno per un certificato SSL Wildcard);
- Un CMS abilitato all’e-commerce. In genere, quando si parla di e-commerce, salta sempre fuori il nome di Magento, che per quanto sia solido e validissimo per gestire un commercio elettronico, è anche molto costoso. Infatti Magento richiede, oltre a conoscenze specifiche in materia, una serie di plugin piuttosto costosi per ogni esigenza, con il risultato di far lievitare il costo della piattaforma a svariate migliaia di euro, se si vuole raggiungere un buon risultato, senza contare gli inevitabili costi di manutenzione e aggiornamento. L’alternativa a Magento è WooCommerce, plugin gratuito per WordPress, che negli ultimi tempi si è evoluto tantissimo e consente di gestire facilmente e comodamente anche molti articoli, se supportato da una buona struttura server sottostante. Personalmente, io preferisco WooCommerce, in quanto mi permette di fornire una buona piattaforma d’uso al cliente a un costo non troppo elevato.
- Uno spedizioniere con cui accordarsi per il ritiro dei pacchi e il costo delle spedizioni. Occorre dotarsi del materiale di imballaggio e spedizione, e capire quanto queste voci incideranno sul prezzo finale della merce;
- Decidere le condizioni di vendita. Passo fondamentale, perchè accettando le condizioni di vendita ci si mette al sicuro da tutti i problemi che possono essere generati da una vendita online. Potrebbe essere una buona idea prendere spunto da altri e-commerce simili a quello che intendiamo avviare, oltre che consultare un buon avvocato esperto in materia.
5 – OK, IL SITO E’ PRONTO, E’ ORA DI GUADAGNARE. O NO ?
Purtroppo, la consegna del sito web non è certo l’ultimo passo. Abbiamo lo scaffale, ma bisogna riempirlo. Questo forse è l’aspetto più sottovalutato e nello stesso tempo fondamentale per chi vuole fare e-commerce. E poi bisogna scrivere le Condizioni di Vendita, che sono un vero e proprio contratto che l’utente sottoscrive quando fa un acquisto on-line: per questo, il consiglio è di rivolgersi a un legale di fiducia e di leggere attentamente le condizioni di utilizzo di altri siti-competitor per capire bene quali potrebbero essere i problemi dei clienti.
I prodotti non si vendono da soli.
La fase di inserimento dati è lunga, laboriosa e noiosa. Bisogna fare le foto ai prodotti (e farle bene, non col telefonino con poca luce), inserire le descrizioni, i prezzi, le quantità, le correlazioni tra prodotti similari, impostare le offerte, e le strategie di marketing. Bisogna fare comunicazione, impostare delle pubblicità sui motori di ricerca e sui social, ma anche sui canali tradizionali, per farsi conoscere dai potenziali clienti. E quando infine, arriveranno gli ordini… bisognerà evaderli. Stampare le etichette di spedizione, le fatture, le bolle di accompagnamento, preparare e spedire la merce, essere pronti a gestire resi e richieste dei clienti. Appare quindi chiaro che – a meno che non abbiamo altro da fare – è necessario che si preveda quantomeno una figura che si occupi della gestione dell’e-commerce, quindi un vero e proprio COSTO VIVO, costituito dallo stipendio di un collaboratore part time o full time.
Bene, se non ti ho fatto già passare la voglia di avviare il tuo e-commerce, a questo punto potresti volermi contattare per avere un PREVENTIVO GRATUITO che potrò farti con molto piacere dopo aver sentito da te che tipo di negozio online vuoi avviare. Non c’è un prezzo fisso e, a mio parere, non ha nemmeno senso un prezzo fisso. Ogni attività presenta delle sfide e delle problematiche a sè, e per questo è necessario capire le esigenze del committente prima di pronunciarmi sul costo effettivo da sostenere. Ritengo però che, soprattutto per chi GIA’ POSSIEDE un’attività commerciale tradizionale, sia sempre più FONDAMENTALE proporsi anche online e offrire ai clienti questa possibilità di interagire con la nostra attività. Quindi, non farti scoraggiare dalle difficoltà sul percorso e contattami per saperne di più, sarò felice di schiarirti le idee.