Sono tempi molto particolari questi, non c’è bisogno di dirlo. Siamo trincerati in casa, bombardati da notizie di contagi, morti, focolai, decreti, misure di restrizione. Molte persone vivono in una fase di sospensione dal proprio lavoro, passando il tempo su internet e i social, dove un fenomeno sta pericolosamente prendendo piede: le FAKE NEWS, le notizie false. E’ bene sapere che le fake news sono proprio come il virus, vivono e si moltiplicano grazie a noi e alle nostre condivisioni, al nostro “contagio” di altre persone. Ed è allo stesso modo che si combattono, attuando delle misure intelligenti di prevenzione e di comportamento.
Cos’è una Fake new
Come suggerisce il nome, una fake new è una notizia falsa, completamente o parzialmente inventata, diffusa a mezzo internet. Ne stanno circolando moltissime in rete in questi giorni, dalle teorie del complotto che vogliono il virus “scappato” da un laboratorio americano in Cina, ai farmaci già sul mercato in Russia e Giappone che curerebbero già il virus, alle mascherine fai-da-te da fare con i panni antipolvere. Tutte prese e riprese a ondate, cliccate, condivise all’infinito in gruppi Facebook, Whatsapp e altri canali. Tutte le fake news hanno dei tratti in comune: sono quasi sempre notizie clamorose (se fossero vere), in esse spesso la “verità” che diffondono è taciuta da governi e organi di informazione perché scomoda e sconvolgente, perché c’è un piano nascosto per fare soldi, impadronirsi del mondo, approfittare delle persone comuni. Chi diffonde queste notizie spesso si identifica come un giornalista indipendente alla ricerca della verità, un eroe che vuole aiutare i più deboli e disinformati, cioè noi persone comuni.
Perché crediamo alle Fake News ?
Ho posto questa domanda alla Psicologa e Psicoterapeuta Serena De Simone, che scrive:
Perché crediamo alle bufale? Se dessimo una risposta lapidaria a questa domanda, probabilmente cadremmo nello stesso meccanismo delle fake news. Provo a spiegarmi meglio.
Tendiamo a credere alle fake news per un insieme piuttosto complesso di concause di tipo psicologico e di tipo sociologico. Abbiamo da un lato la sempre più ampia mancanza di fiducia nei confronti delle Istituzioni, che non sono più ritenute credibili; dall’altro, la diffusione di internet e dei social ha prodotto una sorta di democratizzazione del sapere, che ha tuttavia anche degli effetti collaterali, tra cui la disinformazione digitale in prima linea. Da un punto di vista psicologico, questa enorme diffusione dell’accesso alle informazioni ha generato la necessità di semplificare gli input che riceviamo, che quindi non vengono elaborati ma solo assimilati; la capacità critica, in sostanza, è debilitata da questa costante iper-stimolazione.
Allo stesso tempo la fruibilità dei saperi ha accarezzato ed amplificato il nostro narcisismo, che viene alimentato dalla corrispondenza delle informazioni che riceviamo con le nostre attitudini, credenze, opinioni. Questo perché i social ed internet in generale, come sappiamo, acquisiscono le nostre informazioni e ce ne forniscono altre che siano con essere coerenti.
Si genera in tal modo una polarizzazione delle opinioni in cui gruppi contrapposti amplificano il proprio punto di vista, per rafforzarsi e cercare conferma al proprio interno. Una conferma che a sua volta, come dimostrano diverse ricerche in psicologia sociale, è ricercata dagli individui al punto da orientare le proprie opinioni.
In sostanza, come si può osservare, le fake news sono uno strumento potentissimo, che forse non è che la punta dell’iceberg di meccanismi estremamente articolati.
A chi convengono le fake news ?
E’ presto detto: chi diffonde fake news, quasi sempre, ha solo l’interesse economico di guadagnare. Chi gestisce un blog sa bene che la pubblicità oggigiorno si muove molto più sul web che su giornali e tv. Un sito letto da milioni di persone è una miniera d’oro per la resa in termini di visualizzazioni e click, lo stesso dicasi per un canale YouTube grazie alle inserzioni prima e durante la riproduzione del video. Cominciamo a capire quindi che chi c’è dietro a questo fenomeno non ha l’intento di informare e aiutare le persone, ma spesso ne prende in giro la creduloneria e l’incapacità di distinguere una bufala da una notizia vera. Non è molto diverso da chi truffava le persone inventando malocchi e vendendo a caro prezzo amuleti e riti magici.
Una fake new diventa tanto più pericolosa quando approfitta di situazioni estreme e reali come quelle dell’attuale epidemia. E’ illuminante in questo il film CONTAGION di Steven Soderberg del 2011, in cui una pandemia mortale si spande velocemente in tutto il mondo e un blogger senza scrupoli (interpretato da Jude Law) mette in atto un piano diabolico per arricchirsi. Egli infatti prima avanza dubbi e instilla la paura nella gente, e poi inventa che esiste una cura omeopatica per il virus mortale: la Forsitia. Finge quindi di ammalarsi e di curarsi con la Forsitia, con la conseguenza che, mentre medici e ricercatori si affannano per contenere il contagio e cercare una cura, la gente presa dal panico scatena una caccia al farmaco miracoloso, con scene di panico, risse, distruzione di farmacie e sollevazioni popolari. Tutto quanto ovviamente non fa che alimentare ancora di più il contagio, che diventa una vera e propria emergenza mondiale, mentre il blogger aveva preventivamente comprato azioni delle aziende produttrici del farmaco omeopatico, arricchendosi a dismisura.
Diventa per questo necessario cominciare a capire quali sono i segni rivelatori di una fake new, per riconoscerle subito prima di “cascarci” dentro con tutte le scarpe e diventare noi stessi un veicolo di diffusione, esattamente come con il famigerato CoronaVirus. Bisogna mettere in atto delle vere e proprie misure di distanziamento da esse e da chi le diffonde, in modo da farle morire al più presto, prima che facciano danni.
Come possiamo riconoscere una fake new ?
Riconoscere una fake new non è sempre facilissimo. Con il tempo e la pratica si individuano subito, ma specialmente all’inizio ci costa un po’ di fatica, perchè dobbiamo indagare. Ho indicato una serie di step da seguire per analizzare una notizia e capire se è vera oppure no, seguendola si riuscirà a discernere tra le notizie.
- La fonte è attendibile ? Questa è la primissima domanda che ci dobbiamo porre. Le testate giornalistiche vere hanno una serie di obblighi di legge a cui sottostare, proprio per il delicato compito che assolvono: esse quindi recano le informazioni relative alla Registrazione al Tribunale competente, il nome del Direttore Responsabile, che deve essere un giornalista iscritto all’Ordine, la società editrice con tutti gli estremi fiscali a norma di legge: forma societaria, partita IVA, capitale sociale se Srl, e così via. Se un sito di notizie non riporta queste informazioni, è già un grosso indizio di inaffidabilità della fonte. Va detto però che esistono anche siti e blog che sono seri, anche se non sono delle testate giornalistiche.
- L’indirizzo del sito web. Molto spesso i nomi dei siti che diffondono queste notizie sono fantasiosi e improbabili, altre volte giocano su assonanze con nomi di testate giornalistiche serie, come ad esempio IL QUOTIDAINO ITALIANO. Altre volte richiamano la velleità complottista, con nomi tipo STOPCENSURA e NONCELODICONO, e via dicendo.
- Il titolo clamoroso o fuorviante. Più è sconvolgente il titolo, più è alta la probabilità che ci troviamo di fronte a una notizia falsa. A volte addirittura il titolo è del tutto scollegato dalla notizia, e serve solo per acchiappare quanti più click possibile (clickbaiting).
- La ricerca su Google. Il re dei motori di ricerca viene sempre in aiuto in questi casi. Abbiamo incontrato una notizia clamorosa sospetta, come mai nessuno ne parla, né in tv né sui giornali ? Allora proviamo a cercare la notizia sospetta su Google: altre fonti autorevoli la riportano ? Se non abbiamo riscontri, provate a includere come chiave di ricerca la notizia insieme alla parola BUFALA. Esistono ottimi siti di debunking (smascheramento) come butac.it o bufale.net, che raccolgono e smontano pezzo per pezzo questi falsi. Anche la testata online creata da Enrico Mentana, Open, ospita una nutrita sezione dedicata alle fake news smascherate.
- Il buonsenso. L’arma più potente di tutte però resta il buonsenso di chi legge. Dobbiamo essere critici, dubbiosi, porci delle domande in merito a quella notizia e al perché viene diffusa. Quali sono le sue implicazioni, ci potrebbe essere un ritorno per chi la diffonde ? Ricordiamoci sempre il principio del RASOIO DI OCCAM: a parità di fattori, la spiegazione più semplice è da preferire. Vale a dire che quanto più una teoria è complicata, arzigogolata, complessa, tanto è più probabile che sia sbagliata. Come si può pensare a piani diabolici che coinvolgerebbero migliaia di persone per essere messe in atto, senza testimoni o fughe di notizie ? Ancora, spesso questi siti raccolgono altre “perle” antecedenti che ci possono dare la misura dell’affidabilità delle loro tesi: non di rado troveremo altri complotti internazionali, o vere e proprie stupidaggini come la negazione dello sbarco sulla Luna.
Infine, smentiamo qualche bufala sul CoronaVirus
Di seguito, alcune delle più comuni bufale che girano sulla pandemia, e la spiegazione del perché sono da considerarsi fake news:
La bottiglietta di disinfettante contro il coronavirus del 2016: una delle prove citate dell’origine artificiale del virus è la foto della bottiglietta di disinfettante su cui è scritto “efficace contro il coronavirus”. Qui è l’ignoranza che genera l’equivoco, infatti TUTTI i virus influenzali sono indicati con il terminine generico “coronavirus” per la loro conformazione. Un po’ la differenza che c’è tra dire “cane” e “pitbull”, per capirci. Insomma, la bottiglietta genericamente indicava la protezione contro una famiglia di virus ben nota a scienziati e medici.
Il virus è stato costruito in laboratorio dagli americani come arma contro la Cina: è stato dimostrato da diversi scienziati che il virus ha effettuato un “salto di specie” dai pipistrelli all’uomo. Questi salti di specie sono rari in natura ma accadono, e proprio per questo quando avvengono trovano l’essere umano totalmente impreparato ad essi. Esistono determinate prove, pubblicate su riviste scientifiche, che lo dimostrano, attraverso dati e studi che altri scienziati possono verificare, non certo gente che non ha le basi scientifiche come blogger e complottisti. Inoltre, appare abbastanza difficile che un paese lanci un’arma così incontrollabile senza la possibilità di curarla, infatti adesso il virus sta circolando anche in USA e il vaccino non è stato ancora trovato. Le scene di panico e le chiusure repentine in USA di certo non confermano un attacco in atto. Non è poi un mistero che molti virologi già parlavano di una pandemia come di un pericolo assolutamente REALE e VICINO, di cui i governi avrebbero dovuto tenere conto per non farsi trovare impreparati.
In Russia e Giappone ci sono farmaci efficaci contro il COVID-19: anche questa bufala smentita più volte, il farmaco Abidol citato è un comune antinfluenzale (un po’ come i nostri Tachiflu e simili) ma non è per nulla dimostrata la loro efficacia sul coronavirus. Stessa cosa sul farmaco in Giappone, su cui circola un video che fa vedere come la vita continui tranquilla a Tokyo, ma va detto che il Giappone ha messo subito in atto delle politiche rigide di quarantena per chi entra, e in ogni caso al momento non ha ancora moltissimi casi, anche se se li aspetta a breve.
L’invasione dei militari USA in Europa: in molti hanno correlato la presenza dei militari USA in Europa allo scoppio della pandemia come il segno di un’invasione americana ad opera di Trump: a parte la fantasia da romanzo geopolitico, l‘esercitazione NATO “Defender Europe” era in calendario da tempo, molto tempo prima che il virus facesse la sua apparizione in Cina. Inoltre, è stata praticamente annullata dal 13 Marzo, con l’aggravarsi della crisi pandemica.