Nella mia esperienza di web designer mi sono spesso ritrovato a dover rifare, o risistemare, un sito web creato da altri. Lungi da me criticare il lavoro di un collega, però con l’avvento di tanti servizi e tecnologie che permettono anche a chi è a digiuno di informatica di creare un sito web, c’è stato un gran proliferare di webmaster “improvvisati” che non sanno bene dove stanno mettendo le mani, generando così dei siti con parecchi problemi. Di seguito, ho indicato una serie di punti facilmente controllabili per poter capire se il proprio sito web è stato fatto da una persona competente. Attenzione però, il vademecum esprime un giudizio sui siti web più recenti, chiaramente se il vostro sito web è stato realizzato 10 anni fa anche dal migliore dei programmatori senza essere stato più aggiornato, è chiaro che otterrà un punteggio molto basso. Le tecnologie e i requisiti in ambito web cambiano in maniera molto rapida, e quindi pochi anni sono in effetti un abisso da tenere in considerazione.
1 – CI HANNO DATO LE CHIAVI DI ACCESSO ?
La prima cosa che dobbiamo andare a vedere è il titolare del nostro indirizzo web, o dominio. Per farlo, ci basta andare sul sito web di qualsiasi provider e inserire il nome del nostro dominio come se volessimo registrarlo. Un messaggio vi informerà che il nome a dominio è già registrato e ci sarà un link per visualizzare le informazioni. Il sito di ICANN, l’ente che sovrintende all’assegnazione dei domini web, ha naturalmente il suo servizio WHOIS che trovate all’indirizzo https://whois.icann.org/en. Non di rado capita che il sedicente programmatore si intesti a se stesso il dominio web, forzando poi il reale titolare a continuare a servirsi di lui per ogni intervento. Ricordatevi che il dominio appartiene a voi, e chi ve lo sta rubando commette un illecito. Inoltre, un professionista serio di darà tutte le chiavi per poter gestire il sito web. Anche se non siete interessati a farlo, è vostro diritto averle. Nella fattispecie, dovete pretendere:
- Authorization code: è un codice univoco, composto da lettere e numeri, associato al dominio web che vi permette di spostarlo da un provider all’altro;
- Chiavi FTP: sono i parametri di accesso al server dove si trovano fisicamente i files del vostro sito web. Generalmente è composto da 3 elementi: l’host (ad esempio ftp.nomesito.it), una username e una password;
- Chiavi del database: i siti web basati su CMS come WordPress utilizzano un database che ha dei suoi parametri di accesso, in genere host, nome utente, nome del database e password;
- Chiavi del postmaster: i provider in genere danno alcuni indirizzi mail del tipo nomeutente@nomesito.it, che possono essere controllati da un amministratore, che accede tramite username e password;
- Chiavi del CMS: è importante anche avere indirizzo e chiave di accesso al CMS (se presente), ovvero al backoffice del sito web, da cui possiamo modificare le informazioni, inserire articoli nel blog, aggiornare informazioni di base e plugin. Dovrebbe esservi comunicato l’indirizzo di accesso, una username e una password.
2 – CERTIFICATO SSL
L’SSL è un protocollo di sicurezza che certifica un sito web. In parole povere, è un certificato criptato che ci dice che il sito web è sicuro, con un proprietario verificato e affidabile. Esistono molti certificati SSL, e naturalmente alcuni costano più di altri in base all’ente certificatore. Da un paio d’anni però esistono i certificati gratuiti, ottimi se stiamo parlando ad esempio di un sito vetrina dove non avvengono transazioni particolari. Google tende a penalizzare i siti web senza SSL, e il suo browser Google Chrome li inibisce con un messaggio di warning.
Se il vostro sito web è un e-commerce, vi consigliamo caldamente di utilizzare un certificato SSL più sicuro a pagamento. Ogni provider vi permetterà di acquistarlo e installarlo in pochi semplici passaggi.
3 – VELOCITA’
Un sito web lento è un sito web che un utente potrebbe abbandonare ancora prima di visualizzarlo. A parte la velocità del server (ovviamente servizi di hosting a poco prezzo erogano un servizio peggiore) ci sono molti accorgimenti per migliorare la velocità di caricamento. Google, che penalizza i siti web lenti nella posizione di ricerca, vi permette di controllare la velocità del vostro sito. Se volete controllare autonomamente la velocità del vostro sito web, recatevi su Pagespeed Insight, e inserite l’indirizzo del vostro sito web: in pochi minuti avrete un valore numerico da 0 a 100 della velocità del vostro sito, sia in versione MOBILE che DESKTOP. Una velocità superiore a 90 sulla versione desktop e superiore a 50 sulla versione mobile indicano un lavoro fatto bene. Naturalmente, non tutti i siti web sono uguali: ad esempio se il nostro sito web deve contenere immagini ad alta o altissima risoluzione, è comprensibile una performance peggiore.
4 – RESPONSIVITA’
Fino a pochi anni fa, si navigava solo col pc fisso da casa. Con l’avvento degli Smartphone e dei Tablet, la storia è cambiata, e i siti web si sono dovuti adattare a una miriade di schermi e formati diversi. La caratteristica che permette a un sito web di adattarsi allo schermo che lo visualizza si chiama Responsività. Capire se il vostro sito è responsive è semplice: provate ad aprirlo da un tablet o da uno smartphone, e verificate che il contenuto si adatti allo schermo, senza perdere di chiarezza e visibilità. Se non avete a disposizione uno smartphone o un tablet, potete ridimensionare la finestra del computer. Se il sito web non si adatta ed “esce” dalla finestra, il vostro sito web non è responsive. Ovviamente, nell’era dei dispositivi portatili, è un requisito fondamentale di ogni sito web.
5 – PRIVACY POLICY
Con il decreto sulla Privacy del 2003, e poi con l’entrata in vigore del GDPR europeo, la gestione dei dati personali non va più presa alla leggera. Anche il sito web più statico, ormai, presenta un modulo per i contatti o per l’iscrizione a una mailing list, in cui si chiedono agli utenti dei dati personali di cui il titolare del sito è responsabile. La legge quindi impone che sui siti web sia ben leggibile e ben scritta la politica sulla privacy adottata dal sito web, in cui sono indicati chiaramente quali dati vengono chiesti, per quale utilizzo, e chi ne è responsabile. E’ altrettanto importante avvisare l’utente quando inserisce i propri dati, con caselle checkbox e link alle policy di cui sopra: non le leggerà nessuno o quasi, ma ci devono essere e devono essere scritte bene. Le sanzioni non sono leggere: si può andare dai 2.400 € fino a 2.400.000€ e si rischia anche la galera in caso di cessione dei dati a terzi per scopi illeciti.
6 – COOKIE POLICY
Stessa cosa vale per i cookies, ovvero quei programmini che “monitorano” il comportamento sul web scoprendo le nostre ricerche, abitudini e comportamenti. Se da un lato questi sono spesso necessari al funzionamento di un sito web, è anche vero che bisogna informarne gli utenti indicando bene la loro quantità, qualità e presenza. Le sanzioni vanno da 6.000 a 36.000 € per la mancata notifica all’utente, e da 10.000€ a 120.000€ per installazione non notificata sui dispositivi degli utenti.
7 – DATI AZIENDALI
Come se non bastasse, le pagine web relative ad attività IVA di liberi professionisti o società devono riportare obbligatoriamente diversi dati come ragione sociale, sede legale, Codice Fiscale e Partita IVA, posta elettronica certificata (PEC), Ufficio del Registro dove si è iscritti, numero Repertorio economico amministrativo (Rea), capitale in bilancio (società di capitali), l’eventuale liquidazione in seguito a scioglimento, eventuale stato di società con unico socio (Spa e Srl unipersonali), società o ente alla cui attività di direzione e di coordinamento la società è soggetta. Per gli E-commerce, la legge impone di rendere accessibili gli estremi del venditore (domicilio o sede legale) e del prestatore (compresa posta elettronica), il numero di iscrizione Rea o Registro Imprese; indicazione ed estremi dell’autorità competente in caso di attività soggetta a concessione, licenza o autorizzazione. Le sanzioni vanno da 206 a 2.065€.
8 – ISCRIZIONE SU GOOGLE E BING
Un bravo webmaster vi avrà senz’altro iscritto sui principali motori di ricerca come Google e Bing, per essere meglio indicizzati e per avere una panoramica delle chiavi di ricerca che hanno portato al click sul sito web. Potete chiedere di essere abilitati alla visione di questi dati mediante Google Search Console e Bing Webmaster Tools, strumenti che vi consiglio di approfondire per migliorare la vostra visibilità online.