tanto più perché sono sempre di più quei soggetti che contattano le aziende in qualsiasi modo, mandano mail e telefonano, addirittura si presentano in sede e promettono la luna approfittando della scarsa – quasi nulla – alfabetizzazione informatica delle generazioni cosiddette “boomer”.
Devo spesso spiegare la SEO con delle metafore, e ultimamente credo di averne azzeccata una ben precisa:
Il maratoneta.
Ricorro spesso a questa metafora con i clienti che si affacciano per la prima volta al mondo del web, e hanno in mente concetti piuttosto vaghi di cosa significhino i termini SEO, SERP, parole chiave. Hanno cercato qualcosa su Google e si sono imbattuti nelle mille pagine e annunci di sedicenti guru del web, capaci di portare il loro sito in “prima posizione”, non importa per quale settore o per quale ricerca: loro ti faranno “essere primo”. Ma primi di cosa?
Devo quindi ricorrere alla metafora del maratoneta: immagina di svegliarti un bel giorno, dopo che hai condotto una vita molto sedentaria, e di voler diventare un maratoneta, così de botto, senza senso. Puoi farlo, ci mancherebbe, ma sapresti bene che prima di partecipare a una maratona dovresti sottoporti a un duro allenamento, dovresti cambiare abitudini, cambiare alimentazione.
Dovresti iniziare a fare delle corsette, prima brevi e poi via via più lunghe; dovresti combattere contro dolori muscolari, acido lattico, vesciche ai piedi; dovresti imparare la respirazione, trovare il ritmo giusto, e solo dopo tanto impegno e tanta fatica, potresti iniziare a pensare di partecipare a un piccolo evento locale di pochi kilometri, che però difficilmente vinceresti. Dovresti allenarti tanto, magari trovare un personal trainer, e solo dopo potresti cominciare a essere competitivo nei piccoli eventi, prima di pensare di iscriverti a competizioni più importanti insieme ai professionisti.
E anche lì, prima di poter finire una maratona intera, prima di poter competere fianco a fianco con i kenioti abituati a correre per chilometri e chilometri nella savana sotto il sole cocente, ci vuole tempo, fatica, e dedizione. Probabilmente potrai competere con gli amatori e semiprofessionisti, ma la medaglia d’oro non potrai mai vincerla al primo tentativo, no?
Perché non sei un esperto, non sei un atleta professionista, e gli eventi sportivi invece sono PIENI di professionisti, di gente che vive e respira SOLO per vincere quella gara. Gente che ci si dedica anima e corpo, che lo fa di mestiere, per vivere.
Adesso, se nei primi giorni di allenamento, venisse da te qualcuno a prometterti che ti farà diventare primo nel giro di pochi giorni in cambio di qualche centinaio di euro, ci crederesti? Probabilmente no, perché sai che la corsa è uno sport duro, e sai bene che i miracoli non esistono.
Eppure, per qualche motivo, si tende a credere che grazie alle magie della SEO, una società o un consulente di cui non sapevi nemmeno l’esistenza fino a pochi minuti fa, potrebbe farti emergere su tutti i tuoi competitor. Tu, che ti sei affacciato all’immenso mondo del web solo da pochi giorni, e non sei nemmeno certo di aver fatto bene, dovresti essere primo nella ricerca su Google. Ma esattamente…
Cosa vuol dire essere in prima pagina di Google ?
Mi è capitato di sentire alcuni “consulenti” che garantivano di essere “primi” su Google, e per dimostrarlo facevano cercare al cliente il loro sito web “nomedominio.com” o il nome dell’azienda, per capirci.
Adesso, ragioniamo un attimo. Se il vostro dominio è “mariorossi.org” e chi vi ha fatto il sito vi ha messo su Google Search Console, è OVVIO che apparirete in prima posizione! Perché state chiedendo a Google ESATTAMENTE l’indirizzo del vostro sito web, Google ve lo troverà subito perché è il suo lavoro! Ma se il vostro sito si chiama mariorossi.org e vendete patate bollite, l’obbiettivo della SEO è portarvi quanto più possibile in cima RISPETTO a tutti i competitor, coloro che vendono, come voi, patate bollite.
E qui casca l’asino, perché voi magari avete messo su il vostro bellissimo sito da una settimana, ma il vostro concorrente gianniverdi.com è sul web da 10 anni, vende patate bollite online da 5 anni, ha scritto un bel blog nutrito con tutte le ricette che prevedono l’uso di patate bollite, e ha speso in comunicazione e marketing migliaia di euro per far conoscere il suo sito… beh, potete avere la SEO migliore del mondo, ma non arriverete prima del vostro concorrente Gianni Verdi da subito.
Non solo, ma se i Gianni Verdi che vendono patate bollite online sono 1000, e di questi 800 hanno un sito web da molto prima di voi… e anche loro hanno richiesto aiuto a un bravo consulente… beh, capite bene che i miracoli non esistono.
L’unico soggetto che potrebbe garantirvi al 100% di essere in prima pagina su Google, è Google stesso.
Eppure, Google non vende questo servizio. Nemmeno se pagate milioni e milioni di euro, Google non vende a nessuno la prima pagina o la prima posizione. Google è un po’ come un Imperatore romano che organizza gli spettacoli dei gladiatori.
Google mette a disposizione la sua arena, e lascia che i contendenti si battano: che vinca il migliore! Google gestisce il campo di battaglia, cerca di far entrare in campo i migliori per fornire al pubblico il migliore spettacolo possibile, ovvero siti web interessanti e congrui con ciò che viene cercato. Questo perché a Google interessa fornire agli utenti il miglior servizio possibile, e questo si può fare soltanto se metti fuori gara tutti i “furbetti”, quelli che cercano i trucchi per vincere.
Quindi, se qualcuno vi dice che possiede i trucchi per essere primo, potete avere solo la certezza che vi sta prendendo in giro.
Google controlla sempre meglio che chi si batte lo faccia lealmente, senza trucchi e sotterfugi , ma fornendo contenuti di ottima qualità, scritti bene, interessanti, originali. Tra l’altro, l’algoritmo di Google è rigorosamente segreto, per cui inutile tentare di batterlo con l’astuzia. Non esistono trucchi magici, non serve inserire mille parole chiave se non c’è un contesto o un contenuto decente. Gli stessi tag meta ormai sono ignorati dagli spider e non servono più a nulla.
Badate bene, questo non significa che sia IMPOSSIBILE arrivare in prima pagina, ci mancherebbe: gli algoritmi di Google sono sempre in movimento, e non di rado chi è nelle prime posizioni scivola in basso mentre chi lavora bene scala la SERP (la pagina dei risultati di Google), ma è un lavoro che richiede spesso ANNI di lavoro e dedizione, che non tutti fanno. Significa capire e inserire nei testi del sito quelle parole che sono cercate dagli utenti, variandoli abbastanza spesso per intercettare le ricerche col passare del tempo.
Perché se vendete patate bollite che guarda caso servono a fare l’ultima ricetta di Carlo Cracco che sta spopolando in tv in questo periodo, e nel vostro sito inserite la ricetta in questione, citando chef Cracco, l’uso delle patate bollite e delle foto con le parole chiave nel testo alternativo e nella descrizione, magari sarete primi quando i vostri potenziali clienti cercheranno quella ricetta su Google, e dal vostro sito non solo la troveranno, ma con un bel tasto grande ed evidente potranno ordinare le loro patate bollite direttamente a casa. Questo è solo un esempio, ma è utile per capire come funziona Google e la SEO in genere.
Ad esempio, uno dei metodi MIGLIORI per scalare la SERP è quello di utilizzare bene il blog come i social creando contenuti di qualità e di valore. Ovviamente non è una cosa semplice da fare perché è pur sempre un COSTO di tempo (se vogliamo fare da soli) o di DENARO (se vogliamo far fare a qualcun altro); spesso di entrambe le cose, perché se si vuole coinvolgere i clienti occorre parlare di ciò che si conosce bene, per cui anche l’imprenditore che chiede a un professionista di scrivere sul blog deve perdere tempo per trasmettere la sua conoscenza allo scrivente.
Ma si sa, tra la dura realtà dei fatti e le facili promesse, spesso vincono le seconde. Ecco così fioccare agenzie di consulenza che si fanno pagare fior di soldi per risultati che o non arrivano, o se arrivano non sono utili, come la ricerca del nome esatto dell’azienda.
Insomma, per scalare le classifiche di Google occorre essere un po’ come il pugile Rocky, per rimanere nell’ambito delle metafore sportive: bisogna allenarsi duramente, e lavorare sodo, e nei modi più utili a seconda dell’avversario da battere, di volta in volta. Quindi non ci si deve addormentare sugli allori, pensando che la SEO si fa una volta e poi si dimentica: la SEO è un lavoro certosino da farsi di giorno in giorno, è un impegno quotidiano a comunicare sempre coi nostri clienti, giorno per giorno.