Ha fatto molto parlare di sé l’ultima campagna di Burger King, storico concorrente di McDonald, creata per informare i suoi clienti della decisione di rimuovere i conservanti dagli ingredienti dei suoi panini.
Se infatti ci eravamo abituati ad immagini patinate, e molto poco realistiche, dei panini strabordanti di cibo e colori (per poi ritrovarci regolarmente con un panino basso e poco farcito), INGO, l’agenzia che ha curato la campagna pubblicitaria, ha stravolto completamente l’immagine golosa e invitante, sostituendola con quella ben meno attraente, a primo impatto, di un hamburger coperto di muffa. Immagine che ha però sempre una sua bellezza intrinseca, con colori intensi e luci drammatiche come in un quadro di Rembrandt. Il verde brillante non è più il colore della lattuga ma del panino, il bianco della maionese è sostituito da una candida peluria fungina. A coronare il tutto, sottofondo musicale con Aretha Franklin che canta “What a difference a day make”.
Il messaggio è chiaro: gli ingredienti dei nostri panini sono sani e naturali, e come il cibo sano che ognuno si prepara e conserva in frigorifero, dopo un po’ di tempo ammuffisce e deve essere buttato.
In un mercato sempre più attento a temi come l’ambiente, la salute, la sostenibilità e la qualità, la scelta di Burger King si rivela vincente, per due motivi principali: sovverte l’immagine classica, che aveva ormai assuefatto i consumatori, di un panino esageratamente bello e invitante e lo sostituisce con un’immagine ben più familiare, tranquillizzante come il cibo di casa dimenticato in frigo per qualche giorno in più, con le muffe che colonizzano e digeriscono il cibo.
Va detto che Burger King non rinuncia in toto alla bella immagine del panino: nei primi fotogrammi del video, la fanno da padrone i colori invitanti, le goccioline che indicano freschezza, il colore brunito della carne appena cotta. Soltanto dopo, con un sapiente timelapse e inquadrature ravvicinate, ci rendiamo conto del tempo che passa e della natura che fa il suo corso: in 34 giorni, il panino è completamente coperto di muffa.
La campagna richiama alla memoria una serie di video diventati virali qualche anno fa, in cui diverse persone provavano a lasciare per giorni un hamburger di McDonald, per documentare gli stadi di decomposizione, spesso rallentati o comunque molto diversi da quelli naturali. In realtà si è poi scoperto che questi video erano, se non taroccati, comunque dipendenti dalle condizioni in cui venivano tenuti gli hamburger, magari sottovuoto o in luoghi freschi e asciutti, migliorandone così la conservazione.
In ogni caso, la campagna di Burger King è stata un bel successo, e ha fatto parlare di sè su diversi canali con un effetto di viralità e rilancio mediatico molto elevato, a tutto beneficio dell’azienda.
Qui sotto, uno dei video in cui venivano messi a confronto hamburger di diverse catene e ristoranti durante il processo di decomposizione. Soprattutto le patatine del McDonald sembrano essere “immortali” e refrattarie a qualsiasi colonizzazione batterica.