Ma come funziona esattamente l’app IMMUNI, e come può proteggere dal contagio senza violare la privacy ?
1 – Il download
Quando scarichiamo e attiviamo l’app, ci viene assegnato un codice numerico univoco, non associato con il nostro nome. Questo codice funge da indirizzo e identifica in modo sicuro il nostro telefono, e di conseguenza la nostra persona.
2 – Il tracciamento
Grazie al bluetooth a bassa energia, i nostri smartphone provvisti di app IMMUNI, quando sono vicini “comunicano” tra loro, scambiandosi i codici e il tempo e la durata del contatto. Ad esempio, mentre scrivo sono in ufficio e il mio collega e in stanza con me, a circa 2 metri di distanza. Poiché sia io che il mio collega abbiamo l’app installata, entrambi i cellulari “memorizzano” tutti i giorni in cui siamo stati vicini in stanza, e per quanto tempo. Viene quindi “tracciato” un collegamento ripetuto tra due persone.
3 – La positività
Supponiamo adesso che io inizi ad accusare i sintomi del virus, e vada a farmi fare il tampone in ospedale per capire se ho contratto o meno la malattia. Se il tampone è positivo, oltre ad avvertire l’ASL e il mio medico di base, accederò alle impostazioni dell’app sul mio telefono e segnalerò la positività. In questo modo l’app invierà una notifica a tutti i dispositivi memorizzati come contatti recenti. Di sicuro, quindi, il mio collega riceverà una notifica sul suo cellulare che lo informerà di aver avuto contatti con una persona risultata certamente positiva al virus. Il mio collega però non saprà che sono io il contagiato, finché non sarò io a comunicarglielo: saprà soltanto che ha avuto contatti con una persona positiva. Naturalmente, sarà mio dovere civico e morale isolarmi (qualora non abbia sintomi) e avvisare tutti coloro che conosco con cui ho avuto contatti di recente. Ma l’app farà di più, e avviserà, ad esempio, anche chi non conosco, ad esempio le persone vicine al tavolo del ristorante dove sono andato 3 giorni prima del tampone.
4 – Notifica ricevuta
Chi riceve la notifica di potenziale contatto con una persona infetta non viene schedato o segnalato in alcun modo. Nessuno sa chi è, nessuno lo obbligherà a far nulla. Ma il nostro dovere civico e morale dovrebbe essere quello di isolarci prima di tutto, e di contattare l’ASL e il nostro medico di base, come suggerirà la stessa app.
5 – Niente paura
Il fatto che l’app ci abbia notificato un potenziale contatto non significa che abbiamo contratto il virus. Se ci siamo comportati bene e abbiamo seguito tutte le precauzioni del caso (mascherina in luoghi chiusi, mani lavate e igienizzate spesso) è probabile che sia un falso allarme. Nel dubbio però meglio evitare di esporre i nostri cari al virus. Le ASL e il nostro medico ci daranno le indicazioni necessarie per superare questo imprevisto.
6 – Basta leggere
L’app contiene tutte le informazioni di cui possiamo avere bisogno: basta cliccare sul tasto “Come funziona l’app” per avere tutte le spiegazioni.
7 – Una questione di buon senso
Capite bene che la nostra privacy non viene intaccata (il Garante stesso ha approvato l’uso dell’app), e anche qualora fosse, dovremmo essere più consci del fatto che usiamo ogni giorno tantissime app su cui condividiamo ogni giorno cosa facciamo, dove siamo, con chi siamo, e tanto altro. In questo caso si tratta di farlo per una buona causa, ovvero impedire che questo virus si propaghi ancora, e possa fare ancora danni alla nostra società, alla nostra economia e soprattutto alla nostra salute.